La chiesa parrocchiale di Sant’Anatolia di Narco, situata all’interno del castello e dedicata alla santa vergine martire romana del III secolo, ha ereditato il suo titolo dalla pieve campestre di Santa Maria di Narco, situata nella campagna circostante.
Storia
L’origine dell’edificio si deve comunque al secolo XIII, quando fu costruita la fortificazione per proteggere gli abitanti del posto che si erano affrancati dalla servitù feudale e decisero di fondare un nuovo comune sotto la protezione di quello di Spoleto.
La sua collocazione è a ridosso delle mura castellane, a fianco del palazzetto comunale ed in prossimità di una delle porte di accesso del castello, trasformando in torre campanaria una delle sue torri, anche se è stata poi più volte rimaneggiata.
Esterno
La semplice facciata a capanna con portale cinquecentesco e finestrone soprastante si affaccia in una piazzetta interna del paese e reca sopra al portale una scultura con l’agnello crucifero, probabile chiave di volta del portale romanico della costruzione originaria.
Le campane
All’interno della cella campanaria vi sono quattro campane di cui due originarie della chiesa, mentre altre due sono state ereditate dalle chiesa di Santa Maria delle Grazie, antico ospedale di Sant’Antonio Abate, e dall’ex convento di Santa Croce, mentre l’antico orologio che un tempo era funzionante nel campanile oggi si trova presso il Comune.
La campana maggiore, della quale non si conosce il fonditore, risale al 1403. Misura 79,7 cm di diametro nota Sib3. L’iscrizione, in caratteri gotici riporta l’epitaffio di Sant’Agata Martire. Questa particolare iscrizione è impressa in campane di particolare importanza. Sant’Agata, patrona di Catania, è anche la protettrice dei fonditori di campane, invocata da essi per richiederne la protezione contro i pericoli del fuoco e viene raffigurato in forma abbreviata seguito dall’anno di fusione: MENT (em) SACT (am) SPONTANEAM HONOREM DEO ET PATRIAE LIBERATIONEM MCCCCIII.
Nella campana vi sono raffigurate le immagini: della Vergine col Bambino, di Gesù nel Sepolcro e di San Michele Arcangelo. si racconta che venne risaldata intorno al 1950.
La II campana è stata realizzata nel 1921 da Salvatore Orlandi di Gagliano Aterno (Aq). Misura 70,4 centimetri di diametro, nota Reb4. L’iscrizione recita:
CR.I REGNAT CR.I VINCIT CR.I IMPERAT
HAEC CAMPANA SUMTIBUS COMMUNITAS REFECTA FUIT
IOANNE TAVANI PLEBA IO A.D. MCMXXI
Vi sono raffigurate le immagini della Madonna della Misericordia e la firma del fonditore.
La III campana è stata realizzata da Stefano Ponti di Spoleto nel 1835. Misura 47,2 centimetri di diametro, nota Fa4. L’iscrizione recita: IN HONOREM DEI ET BEATAE MARIAE VIRGINIS ET PASCHALIS BAYLON STEPHANUS PONTI FUDIT SPOLETI A.D. MDCCCXXXV. Vi sono raffigurate le immagini della Madonna col Bambino edi San Pasquale Baylon.
La campana minore è stata realizzata nel 1513 da un fonditore ignoto. Misura 38,6 centimetri di diametro, nota La4. L’iscrizione riporta solo l’anno di fusione: ANNO DOMINI MDXIII. Vi sono raffigurate le immagini della Madonna col Bambino e di un Giglio.
Interno
L’interno risulta attualmente a croce latina, dopo che nel secolo XVII sono state aggiunte due bracci laterali, resesi necessari per l’aumentato numero degli abitanti del paese che facevano risultare insufficiente l’unica navata esistente per le celebrazioni festive.
Il tetto è coperto a capriate ed il pavimento è realizzato in cotto con fasce di pietre lavorate, dove si notano ancora i segni delle varie tombe a pozzetto, che costituivano il cimitero della località fino all’Unità d’Italia.
Il presbiterio è stato ricavato all’interno della torre campanaria e conserva i resti di alcuni cicli pittorici che si sono sovrapposti nel corso dei secoli, resti che si possono anche notare lungo le pareti della navata principale.
Al suo interno, tra le numerose suppellettili si conservano anche un battistero in pietra del secolo XVI, un grande crocifisso ligneo dello stesso secolo, proveniente dall’ex-chiesa di Santa Croce insieme alle due statue lignee dell’Addolorata e di San Francesco e al paliotto d’altare in marmo intarsiato del secolo XVIII, nonché alcune tele dipinte già appartenenti agli altari laterali barocchi che un tempo arricchivano le pareti laterali della chiesa.
Tradizioni
Nella chiesa si svolgono le feste di Sant’Antonio Abate nella domenica successiva alla data del 17 gennaio e quella di Sant’Anatolia che si commemora il 9 luglio.